
Il 10 ottobre 2010 ha celebrato l'ultima messa in mezzo al suo popolo di fedeli.
Nella sua ultima omelia ha espresso parole molto dure contro la chiesa napoletana, accusandola di averlo dimenticato, di averlo violentato psicologicamente a causa di un trasferimento che gli impedisce di proseguire un percorso che durava da ben 16 anni.

I fedeli hanno esposto fuori la la chiesa alcuni cartelli con su scritto ...
"Signore perdona la Chiesa per quello che ha fatto"
"No ai preti pedofili, sì ai preti anticamorra"
"Don Aniello santo subito"
"Giù le mani da don Aniello.

La vicenda di don Aniello è similare a quella di don Luigi Merola, altro parroco di Forcella che, suo malgrado, ha subito un avvicendamento.
A Roseto don Aniello ha avuto la sorpresa di essere accolto dai suoi ragazzi venuti in pulmann da Napoli con uno striscione contro la droga e la camorra.
MOTIVAZIONI

Cosciente della responsabilità discendente dalla sua missione e dalle sue scelte, Don Aniello Manganiello ha contrastato con coraggio l’azione della camorra in una delle realtà più difficili del nostro Paese.

La sua parola e la sua azione sono state sempre, di aiuto e di sostegno in modo particolare ai giovani caduti nell’abisso della droga.
Si è sempre presentato alla comunità sostenendo i principi della non violenza, dell’accoglienza e della legalità, anche quando sembrava questi valori fossero largamente rifiutati.

Oggi premiamo una scelta di vita spesa per la fede, la legalità e la giustizia, soprattutto per i giovani più deboli.
Un simbolico premio come riconoscimento per l’opera da lui svolta.

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