Stamattina ho deciso di acquistare i giornali locali per vedere cosa avevano scritto in merito al Premio Di Venanzo.
Volendo essere sincero ero curioso di sapere se la mia persona veniva citata tra i premiati.
Si potrà obiettare che sono un pò megalomane ... lo ammetto ... sono umanamente melagomane ... in fondo penso che anche "l'immenso" autore della fotografia cinematografica Vittorio Storaro e con lui tutti gli altri premiati avranno trascorso l'odierna mattinata a fare una sua personale rassegna stampa per sapere cosa avranno mai scritto gli esperti di cinema locale.
Non è cosa da tutti i giorni ricevere una "Targa alla carriera" con su impresso una dicitura che mi rende orgoglioso, come professionista e come teramano:
"A Vincenzo Cicconi che con abile tecnica e sensibilità ha filmato eventi storici e documentari d'arte dei nostri territori".
Premiazione accompagnata dal mio ultimo lavoro ... il docu-film "I Gigli del 44"
Ma il mio interesse era anche e soprattutto un altro: capire se l'incidente di percorso capitatomi al tempo del Fuorionda di Fini e Trifuoggi era frutto di "somaraggine giornalistica" oppure di "mala fede".
Da anni sono orgoglioso del mio essere "Nemo propheta in patria" al punto tale che la considero una specie di medaglia ad honorem.
Però un giornalista che non vuole essere etichettato come giornalaio dovrebbe raccontare "la notizia" e poi ... se ne è capace ... articolare un ragionamento e fare il pelo e il contropelo "alla notizia stessa".
Stamattina su un giornale leggo, tra le altre cose, quanto segue:
"Gloria anche per gli abruzzesi, con le targhe speciali per Pierluigi Piredda, ............. e per il pescarese Walter Nanni ................. "
La notizia sarebbe stata più completa e corretta se fosse stato riportato, nell'elenco degli abruzzesi premiati, anche il teramano Vincenzo Cicconi.
Al quale Vincenzo Cicconi, meglio conosciuto come PacotVideo, gli organizzatori non hanno dato un riconoscimento per uno specifico video ... ma per quanto fatto in venti anni di onorata carriera.
Questo riconoscimento per alcuni potrebbe anche essere "esagerato" .... però "è notizia" ... e ometterla pone una giusta domanda, non solo da parte del sottoscritto ma anche da parte dello spettatore che era presente alla consegna degli attestati: è stato fatto perchè chi ha redatto l'articolo è "distratto" o perchè è"incapace" o perchè "in cattiva fede" ... o perchè è "un incapace distratto e in cattiva fede"?
Io la risposta ce l'avrei ... e la "distrazione o voluta omissione" del dopo Premio Gianni Di Venanzo mi riporta appunto al "Fuorionda di Fini e Trifuoggi".
Se all'epoca i giornalisti teramani TUTTI hanno ritenuto opportuno non dare la notizia che un teramano, non si sa come e non si sa perchè, con un Fuorionda ha messo a rischio il governo nazionale, ha causato la rottura tra Fini e Berlusconi e dopo una settimana ha querelato La Repubblica per "appropriazione indebita di un filmato e pubblicazione dello stesso senza averne alcun diritto" ... figuriamoci se potevano citare il fatto che "quel teramano" venga premiato con una "targa alla carriera" al Premio Gianni Di Venanzo?
Evidentemente ... all'epoca a Teramo accadevano dei fatti più meritevoli di essere raccontati su carta o in TV ... c'era da raccontare che a Viale Bovio si era fulminato una lampadina e che sul Viale dei Tigli erano cadute delle foglie ... notizie pregnanti per i loro lettori e i loro tele-spettatori ... un vasto bacino di persone circoscritto tra Villa Pavone e Villa Tordinia e Scapriano.
Chissà perchè per settimane Sky, Mediaset, Rai, La7 hanno raccontato del "fuorionda di Fini" e delle implicazioni politiche e a Teramo le TV locali non ne hanno parlato?
Perchè sono somari o per evitare di raccontare di "quel teramano"?
Chissà perchè per settimane quel Fuorionda sui giornali nazionali ha permesso ai giornalisti politici, dalla Valle D'Aosta alla Sicilia di riempire pagine e pagine ... mentre nei giornali locali non è stato sprecato manco un righino per ... citare che quel tizio che ha combinato "un terremoto politico" era ... udite udite ... un teramano?
Un intellettuale teramano, prima della premiazione ... ragionando sulla censura al tempo del Fuorionda e sul mio essere, in generale, "Nemo propheta in patria" ha detto ... "caro Vincenzo devi mettere in conto che l'invidia è un sentimento del genere umano, e questo sentimento è più forte in coloro che provano invidia verso un loro conterraneo. E di questo dovresti esserne solo onorato".
Aveva ragione ... MI SENTO ONORATO DELLA LORO INVIDIA !!
(Ovviamente mi riferisco al Fuorionda, uno scoop a livello nazionale tutto da raccontare, e non alla "Targa alla carriera" al Premio Gianni Di Venanzo.)
A differenza di questi "ciappanti della carta scritta" ho la presunzione di "possedere il web" ... di saperlo usare senza "intermediazioni altrui" ... e di piegarlo ai miei desideri.
Della serie ... come farsi le notizie in proprio e senza essere giornalista ... ma soprattutto senza sprecare carta e inquinare l'ambiente con l'inchiostro.
A titolo di curiosità ricercando invece l'autore dell'articolo il motore di ricerca Google lo segnala tra i desaparecidos.
Senza l'utilizzo del web, senza l'uso di un blog tutto ciò che oggi qualcuno ha potuto leggere sui giornali (e anche quello che hanno omesso di scrivere) fra poche ore sarà relegato nel dimenticatoio ... i fogli di carta fra poco saranno già utili per la raccolta differenziata nel settore ... "carta e cartoni".
Del Premio Di Venanzo 2010 fra una settimana, fra un mese resteranno i miei video, la descrizione dei miei video ... e quanto ho scritto in questo "post" ripubblicato su altri blog da me gestiti.
E di quell'articolo in cui è stata omessa la "mia presenza" resterà solo un cenno ... unicamente perchè ne ho parlato io stesso in questo e in altri blog.
PS: Ringrazio la giornalista Patrizia Lombardi per aver, a parte il refuso sul cognome, correttamente riportato la notizia "... e poi Vincenzo Ciccone e la sua prova coinvolgente ed avvolgente de "I gigli del 44"
Cerca nel blog o nel web o nei siti della PacotVideo
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domenica 24 ottobre 2010
sabato 23 ottobre 2010
I premiati alla 15° edizione Premio Internazionale della fotografia cinematografica “G. Di. Venanzo”
Nel cinema italiano Gianni Di Venanzo è, a torto, una delle figure meno conosciute.
Nato a Teramo (Abruzzo) nel 1920, morto nel 1966, già dagli esordi, sui set dei grandi registi del neorealismo, Di Venanzo ha cavalcato la stagione "eroica" del cinema in bianco e nero con Antonioni e Fellini, Rosi e Zurlini, Lizzani e Maselli.
L'Associazione Culturale "Teramo Nostra" ha deciso di onorare il suo concittadino: da qui nasce il Premio Internazionale per la Fotografia Cinematografica "Gianni Di Venanzo".
La serata di gala con premiazioni della 15° edizione premio internazionale della fotografia cinematografica “G. Di. Venanzo” è stata presentata da Antonella Salvucci.
Presidente della giuria Stefano Masi.
La manifestazione è stata videoripresa integralmente, con l'ausilio di due telecamere, da Vincenzo Cicconi, titolare della Pacotvideo.
Il video integrale della manifestazione ha una durata di quasi 3 ore.
Per ragioni tecniche e di fruibilità su internet esso è stato diviso in tre parti di circa un'ora ciascuno.
I tre video sono stati pubblicati sul canale di video sharing su YouTube e Vimeo.
Il resoconto della manifestazione con i link ai filmati è stato pubblicato su 3 blog gestiti dalla PacotVideo:
1 - Blog della PacotVideo
2 - La città di Teramo e la sua Provincia ... in video
3 - Pensieri Teramani
Qui di seguito i tre video integrali con la scaletta della serata di gala con premiazioni della 15° edizione premio internazionale della fotografia cinematografica “G. Di. Venanzo”.
(I link ai personaggi premiati fa riferimento alla videoclip personalizzata)
1) Performance di danza coreografata da Francesco Gammino con il gruppo MAG del laboratorio danza Mousike’ diretto da Iolanda Romani e ispirata al film Francis Ford Coppola "Apocalipse now".
2) Presentazione della manifestazione da parte del presidente della giuria Stefano Masi, critico cinematografico e giornalista di Rai News24
23) Targa a Walter Nanni regista e Giuseppe Caporale Giornalista di Repubblica per il docu film "Colpa Nostra".
4) Targa al Video maker Vincenzo Cicconi (PacotVideo) per il docu film prodotto da
Teramo Nostra “ I Gigli del ’44" .
5) Targa a Fernando Di Fabrizio e Alessandro Di Federico, regista ed
operatore del documentario "La Biodiversità del Parco Gran Sasso e Monti della Laga".
6) Targa a Marco Chiarini e Pierluigi Piredda per il film “L’uomo
Fiammifero”
7) Targa ai figli di Mario Bertagnin autore della fotografia che ha seguito
il premio Di Venanzo fin dalle prime edizioni.
8) Targa a Eleonora Mazzoni.
Al cinema debutta con Citto Maselli in "Cronache del terzo millennio" che partecipa al Festival di Venezia nel 1996.
9) Targa a Carola Stagnaro.
Attrice di teatro e di cinema ha esordito nel cinema in "Ecce bombo" di Nanni Moretti.
10) Targa a Martina Pinto, debutta sul grande schermo con il film "Grande,
grosso e Verdone" con regia di Carlo Verdone.
11) Targa a Claudio Morabito operatore e pittore:
12) Targa a Rosanna Santececca dirigente di Cinecittà
13) Targa a Claudio Bigagli, preside della fiction "Provaci ancora prof"
14) Targa a Lorenzo Flaherty, attore in R.I.S. - Delitti imperfetti.
Non essendo presente la targa è stata consegnata al direttore della fotografia Giuseppe Venditti.
15) Targa a Rossella Izzo in memoria di Renato Izzo doppiatore e direttore
di doppiaggio
16) Performance al pianoforte di Laura Venditti, figlia di Giuseppe Venditti, che esegue "Notturno di Chopin".
17) Targa a Nicola Nocella per la sua partecipazione a Il figlio più piccolo
per la regia di Pupi Avati
18) Targa a Manuela Morabito madrina della serata
19) Targa speciale Pasquale Rachini autore della fotografia del film Una
sconfinata Giovinezza di Pupi Avati
Viene inoltre consegnata una Targa al produttore Antonio Avati, fratello di Pupi Avati.
20) Targa a Roberto Forza: premio migliore fotografia per la riduzione
televisiva del film “Sangue pazzo”.
21) Esposimetro alla memoria ad Vilko Filak
22) Esposimetro d’oro per il film italiano Giovan Battista Marras
23) Esposimetro d’oro per il film straniero a Caroline Charpentier per il
film “Uomini di Dio” del regista Xavier Beauvois e a Stephane Fontaine per “Il profeta” di Jacques Audiard
24) Esposimetro d’oro alla carriera a Vittorio Storaro
25) Saluti finali da parte del presidente dell'associazione Teramo Nostra, organizzatore della manifestazione, e di Sandro Melarangelo, direttore artistico del Premio Gianni Di Venanzo ... e foto di gruppo dei premiati sul palcoscenico
venerdì 13 novembre 2009
Concerto della Banda di Montorio al Premio Gianni Di Venanzo
Concerto della Banda di Montorio in onore del premio per la fotografia Gianni Di Venanzo
Il video è stato diviso in 9 file.
Riprese e montaggio di Vincenzo Cicconi della Pacot Video
PROGRAMMA:
Autori vari AMERICAN FANTASY
Ennio Morricone GIU LA TESTA
Ennio Morricone MOMENT FOR MORRICONE
Nicola Piovani LA VITA E BELLA
Luis Bacalov IL POSTINO
Nino Rota LA STRADA (extraits du film)
Max Steiner TARA THEME ( tema principale del film Via col vento )
Nino Rota OMAGGIO A NINO ROTA
L'Associazione musicale Ettore Minervini costituita il 19 maggio del 2000, prende il nome da un giovane musicista scomparso prematuramente il 16 ottobre del 1996 all'età di 20 anni e che, alla banda di Montorio, ha dedicato tutta la sua gioventù. L'Associazione ha raccolto le tradizioni musicali della notissima Banda Città di Montorio ed ha il compito di mantenerne la tradizione e tramandarne la storia.
La Banda di Montorio al Vomano vanta una storia plurisecolare, la cui fondazione risale al 1785, ed è giunta fino ad oggi senza alcuna interruzione.
Inoltre, nel corso degli anni, si è messa in mostra nel panorama musicale italiano grazie al grande Maestro Dino Testa, che tra il 1949 ed il 1951 ha portato la banda ad ottenere fama Nazionale.
Oggi il complesso bandistico è costituito da 42 validi musicisti del luogo; si esibisce con un vasto repertorio di marce sinfoniche, marce militari, inni religiosi e un repertorio di sinfonie operistiche ed è affermata nel panorama provinciale e regionale grazie alla sua intensa attività musicale.
Walter Veltroni a Teramo per la presentazione del romanzo "NOI"
Il 13 novembre 2009 Walter Veltroni ha presentato a Teramo il suo romanzo “Noi” all'interno del Premio Internazionale della Fotografia Cinemaografica Gianni Di Venanzo.
L’incontro-intervista con l’autore è stato curato dai giornalisti teramani Rino Orsatti ed Anna Fusaro e da Stefano Masi, Presidente della Giuria del “Di Venanzo” e critico cinematografico di Rai News 24.
Le riprese sono state effettuate da Vincenzo Cicconi della PacotVideo.
Il video è stato diviso in 8 clip.
L’ex segretario del Partito Democratico, al suo terzo romanzo, è un esperto di cinema ed è anche un amico del Premio Di Venanzo: è stato proprio Veltroni, infatti, a curare l’introduzione del “Dizionario mondiale dei Direttori della Fotografia”, scritto da Stefano Masi e prodotto dal Premio Di Venanzo.
Ma c’è una ragione ancora più “intima” che avvicina l’ex sindaco di Roma alla manifestazione teramana: proprio nel suo romanzo “Noi”, uno dei protagonisti delle vicende narrate, Andrea, nel capitolo ambientato nel 1963, si imbatte in Gianni Di Venanzo sul set del film “La ragazza di Bube” di Luigi Comencini.
Di Venanzo nel libro parla in prima persona e introduce il piccolo Andrea nel magico mondo del cinema.
1943: il quattordicenne Giovanni fissa sull'album da disegno gli ultimi giorni del fascismo, il bombardamento di Roma del 19 luglio, la deportazione degli ebrei il 16 ottobre.
1963: Andrea, tredici anni, attraversa col padre, su un Maggiolino decappottabile, l'Italia del boom.
1980: l'undicenne Luca registra sulle cassette del suo mangianastri l'anno terribile del terremoto in Irpinia, del terrorismo, dell'assassinio di John Lennon.
2025: l'adolescente Nina vuole costruire la sua vita preservando le esperienze uniche e irripetibili di coloro che l'hanno preceduta.
Quattro generazioni della stessa famiglia, quattro ragazzi colti ciascuno in un punto di svolta (l'esperienza della morte e della distruzione, la malattia di una madre perduta e ritrovata, il tradimento degli affetti, la rivelazione dell'amore) che coincide con momenti decisivi della recente storia italiana, o si proietta in un futuro di inquietudini e di speranze.
Il nuovo romanzo di Walter Veltroni intreccia voci, destini, ricordi, eventi, oggetti-simbolo, canzoni, film, sentimenti e passioni che vengono da giorni e luoghi perduti, eppure così familiari.
Forse perché quelle voci siamo Noi.
(Dal sito ufficiale del libro: www.walterveltroninoi.it).
lunedì 22 ottobre 2007
Ad Atri gli autori della fotografia cinematografica
Con la consegna dell'esposimetro d'oro agli Autori della Fotografia Beppe Lanci, Stefano Falivene, e, per la memoria, a Mario Bava, si conclude l’undicesima edizione del premio internazionale della fotografia cinematografica intitolato a “Gianni Di Venanzo.”
Il giorno dopo gli ospiti del premio partono per visitare una tra le più belle città della provincia di Teramo: Atri!
ECCO I CALANCHI
Lungo il viaggio, volgendo lo sguardo verso sud ovest laddove il sole segue il suo cammino discendente, siamo attratti da un paesaggio particolare caratterizzato dalla presenza di una fitta rete di profondi ed ampi burroni, canaloni con ripidi versanti spogli, creste aguzze: sono i calanchi, meglio conosciuti come le “bolge” di Atri.
Un paesaggio quasi da inferno dantesco iniziato con un processo di compressioni e movimenti dei monti dell’Appennino verso il mare, circa 5 milioni di anni fa con formazioni di fosse e successimi riempimenti che hanno portato ad una emersione della fascia costiera con un sollevamento che la innalzano fino ad oltre 450 metri.
L’azione erosiva delle acque, su questo terreno con le sue fessure dovute dai lunghi periodi di siccità, ha iniziato a modellare gli originari rilievi collinari, dando luogo, nel tempo, alle attuali spettacolari forme del paesaggio: la pioggia ha scavato dei rivoli che sono diventati sempre più profondi grazie anche a una scarsa presenza vegetativa.
Comunque anche se i calanchi non brillano per la vegetazione si può notare che la lotta della vegetazione per allignare su questi terreni, è molto energica.
LA ROCCA DI CAPO D'ATRI
Alle porte di Atri entriamo dalla parte ovest della città dove ci accoglie l’antica rocca del XV sec., ricostruita su di una fortezza precedentemente eretta da Luigi di Savoia, Viceré degli Abruzzi nel 1390.
Attraverso il belvedere dove sono esposte sculture di numerosi artisti del ‘900 entriamo nel nucleo antico della città.
LA CHIESA DI SAN NICOLA
Lasciamo il suggestivo panorama che corre fino al mare adriatico ed ecco la chiesa di S. Nicola, costruita in laterizio nel 1256, sui resti di una chiesa benedettina.
L’interno è in stile gotico! Custodisce fra l’altro, alcuni affreschi quattrocenteschi tra cui : la Madonna con Bambino, fra S. Rocco e S. Sebastiano, della scuola di Andrea De Litio. La chiesa è suddivisa in tre navate ad arcate ogivali,
IL PALAZZO DUCALE
Raggiungiamo il Palazzo Ducale. Davanti agli occhi l’imponente torre civica.
Fortezza militare costruita nella prima metà del sec. XIV dal duca Antonio Acquaviva, oggi il Palazzo è sede del comune di Atri
Il cortile custodisce il busto bronzeo del beato Rodolfo Acquaviva, opera dello scultore Ugo Assogna.
ll Sindaco di Atri Paolo Basilico (ex sindaco n.d.r.) ci accoglie nella sala del Beato Rodolfo Acquaviva che presenta immagini d’ispirazione pittorica orientale realizzate a tempera nel XIX secolo.
Entriamo nella “Sala delle udienze degli Acquaviva”, dipinta dal Maestro Francesco De Felici nel 1883.
Il soggetto centrale del dipinto probabilmente rappresenta la disfida di Barletta, nella quale, la presenza dei francesi da una parte e degli italiani dall’altra, stanno quasi a voler ricordare le lunghe incomprensioni tra la città di Atri e i duchi d’Acquaviva.
LA CHIESA DI SAN FRANCESCO
Ecco la Chiesa di S. Francesco e la sua scenografica scalinata con balaustra in pietra, opera del maestro Fontana da Penne
Forse fu lo stesso Santo di Assisi, durante uno dei suoi viaggi in Abruzzo, ad iniziarne la costruzione.
Dopo il terremoto del 1715, la chiesa fu ricostruita in stile barocco
L’interno a croce latina, ha otto cappelle laterali, con pregevoli opere in stucco, oltre all’altare principale e a due altari collocati ai limiti del presbiterio dedicati a “S. Francesco d’Assisi e a “S. Antonio da Padova”.
LU MAMMOCCE
Nel vicolo adiacente la chiesa, c’è il monumento funebre di Giacomo Di Lisio dottore e filosofo del 14 secolo scomparso il 1415."La statua che stiamo osservando si chiama "lu mammocce" usata dai nostri genitori per intimorirci e crearci quindi un senso di disagio.
Quando noi da bambini volevamo trasgredire passavamo di corsa, soprattutto al buio, quasi per verificare la nostra forza
(Luciano Lupoletti, artista atriano)
LA CHIESA DI SAN LIBERATORE
Bella chiesa del 1445, oggi è il sacrario degli atriani caduti in guerra.
Nel 1935, la chiesa fu decorata da Ettore Gattucci e diretta dal prof. Alfredo Ferzetti che realizzò le vetrate artistiche, tra cui quella policroma raffigurante “Cristo sulla croce”.
LA CHIESA DI SANT'AGOSTINO
Costruita nel 1200 è stata successivamente riedificata nel XV sec.
La facciata, a coronamento orizzontale, presenta un portale tra i più eleganti del quattrocento abruzzese, eseguito da Matteo da Napoli.
Sui due capitelli ai lati del portale troviamo rappresentati: S. Caterina d’Alessandria, Santo Monaco con sopra S. Agostino e l’Eterno Padre Benedicente.
L’interno, ad una sola navata, presenta una copertura a capriata e conserva un importate affresco raffigurante la Madonna delle Grazie di Andrea De Litio.
Da Alcuni anni la chiesa, oltre ad essere luogo di culto, viene utilizzato anche come auditorium
IL TEATRO COMUNALE
Inaugurato nel 1881, presenta un esterno ripreso dalla scala di Milano e un interno ispirato al S. Carlo di Napoli. Il progetto fu realizzato dall’ing. Francesco Consorti
LA CATTEDRALE DI SANTA MARIA ASSUNTA
Fu costruita in pietra d’Istria nel XIII sec. per opera di Raimondo da Poggio e Rainaldo D’Atri.
Il campanile, opera di Antonio da Lodi, è alto ben 54 metri simile a quello del Duomo di Teramo.
La basilica presenta una facciata di forma rettangolare, con al centro un rosone a motivo floreale sopra il quale , dentro una nicchia, è collocato un gruppo marmoreo che rappresenta una Madonna con Bambino opera della scuola atriana del tredicesimo secolo.
L’interno in stile gotico è a tre navate.
Sulle pareti, troviamo affreschi che vanno dal 1200 al 1400.
Nella parte centrale dell’abside lo splendido ciclo di affreschi, il più importante del rinascimento abruzzese, opera di Andrea De Litio di Lecce dei Marsi.
La volta a crociera, è stata affrescata con le figure degli evangelisti dei quattro dottori della chiesa, disposti come quelli nella Basilica di S. Francesco in Assisi eseguiti da Giotto.
Da non perdere il monumentale Chiostro quadrangolare dei monaci cistercensi realizzato intorno al XIII secolo.
LA CHIESA DI SANTA CHIARA
e l'annesso CONVENTO DELLE CLARISSE
e l'annesso CONVENTO DELLE CLARISSE
Fu fondata nel XIII sec. da una compagna di S. Chiara L’interno, ad una sola navata, a pianta rettangolare, contiene la cappella maggiore dell’Immacolata in stucco dorato, nella cui parte superiore è situata la statua di S. Chiara, opera del fiorentino Giuseppe Bartoli
Da notare due statue di S. Giovanni Battista e di S. Giovanni Evangelista.
Al centro troviamo l’esposizione del Santissimo Sacramento che, dal 1954, per volere del Vescovo Mons. Amilcare Battistelli, viene adorato ogni giorno.
MUSEO CIVICO ETNOGRAFICO
Nato grazie all’opera di Ettore Cicconi e Massimo Aielli, presenta oltre 2500 pezzi che testimoniano la storia e la cultura del territorio.
Paramenti sacri e un altare privato, della famiglia Ricciconti. con al centro un crocifisso ligneo del 1700.
Nella sezione dedicata alla sartoria troviamo vestiti d’epoca dal 1700 alla prima metà del 1900 dove fanno bella mostra:
- un abito da sera, della seconda metà dell’ottocento della Signora De Albentiis,
- un Abito in seta ricamato in fili d’oro per la Madonna del Rosario.
- un abito in fili d’ oro della seconda metà dell’ottocento, della Baronessa Castellani di Atri.
Non mancano sezioni dedicate ai mestieri scomparsi e agli arredi di un tempo.
Alcune vetrine sono dedicate all’attività dei minatori atriani, con attrezzi ed elementi vestiari, in quanto la città fu canale di emigrazione nel dopoguerra, particolarmente nelle miniere del Belgio.
E poi strumenti antichi per la musica bandistica, giacché Atri è stata tra le prime città in Abruzzo ad avere un complesso bandistico già dal 1806.
Nella sezione dedicata all’immagine, tra antiche macchine fotografiche, proiettori per lastre e lanterne magiche, c’è un cimelio con cui vogliamo chiudere questa breve quanto incompleta visita alla città di Atri: un proiettore cinematografico della fine degli anni 20, lo strumento che permette ad un opera cinematografica di viaggiare ovunque e far conoscere, oltre ad attori e registi, il magnifico lavoro degli autori della fotografia, di queste figure spesso nascoste che sono i grandi maestri della luce.
lunedì 24 ottobre 2005
Citto Maselli ricorda Gianni Di Venanzo
Il regista Maselli Citto ricorda il direttore della fotografia Gianni Di Venanzo, sia dal punto di vista umano e sia dal punto di vista artistico. Gianni Di Venanzo è nato a Teramo (Abruzzo) ed è uno dei personaggi più noti del teramano.
Le riprese sono state effettuate a Roma presso la Casa del Cinema situata nella Casina delle Rose.
Il reportage è stato realizzato da Vincenzo Cicconi della Pacot Video a Roma in occasione del Premio della fotografia cinematografica Gianni Di Venanzo.
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Il video, della durata di 16 minuti circa, è stato pubblicato integralmente su tre canali di video sharing:
(DialyMotion di Virgilio - Vimeo - Blip.TV - Kewego) gestiti dalla PacotVideo.
E inoltre pubblicato su tre blog anch'essi gestiti da Vincenzo Cicconi della Pacotvideo:
- blog della Città di Teramo
- blog della PacotVideo
- blog di Pensieri Teramani
Premio Gianni Di Venanzo dal 1996-2004
Nel cinema italiano Gianni Di Venanzo è, a torto, una delle figure meno conosciute. Nato a Teramo (Abruzzo) nel 1920, morto nel 1966, già dagli esordi, sui set dei grandi registi del neorealismo, Di Venanzo ha cavalcato la stagione "eroica" del cinema in bianco e nero con Antonioni e Fellini, Rosi e Zurlini, Lizzani e Maselli.
L'Associazione Culturale "Teramo Nostra" ha deciso di onorare il suo concittadino: da qui nasce il Premio Internazionale per la Fotografia Cinematografica "Gianni Di Venanzo".
Direttore Artistico Sandro Melarangelo, Presidente del Premio Piero Chiarini.
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Il video, della durata di 18 minuti circa, è stato pubblicato integralmente su quattro canali di video sharing:
(DailyMotion di Virgilio - Vimeo - Blip.TV - Kewego) gestiti dalla PacotVideo.
E inoltre pubblicato su tre blog anch'essi gestiti da Vincenzo Cicconi della Pacotvideo:
- blog della Città di Teramo
- blog della PacotVideo
- blog di Pensieri Teramani
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