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mercoledì 20 giugno 2007

Pianeta Farmacia 2007 - 10 - Una buona alimentazione con i consigli del professor Carlo Cannella



Decima puntata di Pianeta Farmacia 2007, rubrica televisiva che affronta le tematiche più importanti che riguardano il mondo delle farmacie sia in Provincia di Teramo che in Abruzzo.

La decima puntata è stata trasmessa il 20 Giugno 2007

E' intervenuto il professor Carlo Cannella, presidente dell'Istituo Nazionale della Nutrizione,

Il filmato ha una durata di 14m.

Redazionali televisivi prodotti da Federfarma di Teramo, trasmessi da un'emittente privata e realizzati da Federico Ioannoni e da Vincenzo Cicconi della Pacot Video.

E' visionabile all'interno del sito internet www.AbruzzoinTV.it e www.PacotVideo.it

mercoledì 6 giugno 2007

Pianeta Farmacia 2007 - 9 - Prepariamoci per l'estate



Nona puntata di Pianeta Farmacia 2007, rubrica televisiva che affronta le tematiche più importanti che riguardano il mondo delle farmacie sia in Provincia di Teramo che in Abruzzo.

La nona puntata è stata trasmessa il 6 Giugno 2007

Sono intervenuti:
il dottor Alfredo Nibid, medico dermatologo,
il dottor Angeloandrea De Martinis, farmacista di Teramo

Il filmato ha una durata di 21m

Redazionali televisivi prodotti da Federfarma di Teramo, trasmessi da un'emittente privata e realizzati da Federico Ioannoni e da Vincenzo Cicconi della Pacot Video.

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mercoledì 23 maggio 2007

Pianeta Farmacia 2007 - 8 - Alcool e Guida



Ottava puntata di Pianeta Farmacia 2007, rubrica televisiva che affronta le tematiche più importanti che riguardano il mondo delle farmacie sia in Provincia di Teramo che in Abruzzo.

L'ottava puntata è stata trasmessa il 23 Maggio 2007

Sono intervenuti:
il dottor Enrico Paolo Garrisi, titolare di una farmacia di Villa Lempa,
Il dottor Maurizio Assetta, neurologo

Il filmato ha una durata di 11m.

Redazionali televisivi prodotti da Federfarma di Teramo, trasmessi da un'emittente privata e realizzati da Federico Ioannoni e da Vincenzo Cicconi della Pacot Video.

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mercoledì 9 maggio 2007

Pianeta Farmacia 2007 - 7 - Omeopatia



Settima puntata di Pianeta Farmacia 2007, rubrica televisiva che affronta le tematiche più importanti che riguardano il mondo delle farmacie sia in Provincia di Teramo che in Abruzzo.

La settima puntata è stata trasmessa il 9 Maggio 2007

Sono intervenuti:
il dottor Francesco De Martinis,
la dottoressa Clorinda Catacuzzeno,

Il filmato ha una durata di 16m.

Redazionali televisivi prodotti da Federfarma di Teramo, trasmessi da un'emittente privata e realizzati da Federico Ioannoni e da Vincenzo Cicconi della Pacot Video.

E' visionabile all'interno del sito internet www.AbruzzoinTV.it e www.PacotVideo.it

mercoledì 25 aprile 2007

Pianeta Farmacia 2007 - 6 - Stress e Stanchezza



Sesta puntata di Pianeta Farmacia 2007, rubrica televisiva che affronta le tematiche più importanti che riguardano il mondo delle farmacie sia in Provincia di Teramo che in Abruzzo.

La sesta puntata è stata trasmessa il 25 Aprile 2007.

Sono intervenuti:
il dottor Daniele De Dominicis,
la dottoressa Simonetta Iannetti , titolare di una farmacia di Teramo

Il filmato ha una durata di 15m.

Redazionali televisivi prodotti da Federfarma di Teramo, trasmessi da un'emittente privata e realizzati da Federico Ioannoni e da Vincenzo Cicconi della Pacot Video.

E' visionabile all'interno del sito internet www.AbruzzoinTV.it e www.PacotVideo.it

Mario Ambrosini: dall'antifascismo alle lotte sindacali. Brevi ricordi di un militante. (Parte 9°)

Devo mio malgrado riferire le motivazione che mi hanno indotto a troncare l'iscrizione all'ex PCI: in qualità di proletario tengo a preci­sare di non essere mai venuto meno allo schieramento di sinistra par­tecipando a tutte le manifestazioni, politiche, sindacali e di voto.

Que­sto per dichiarare con forza che la speranza di una società giusta, pacifica e democratica, mai mi ha abbandonato.

Io non sono cambiato, mentre molti individui entrati nel PCI a livello Provinciale e Nazionale sono stati accolti e premiati con cariche importanti ma quando hanno compreso che la loro mediocrità in quel contesto, non consentiva di realizzare l'obiettivo prefissato, malati di camaleontismo di bassa lega. hanno cambiato bandiera in questo modo affermando il poltronismo malattia del secolo.

Altro male è il verticismo e il trasformismo.
Viene a mancare così il rapporto diretto tra base e vertice viene meno il convincimento politi­co - orientativo soprattutto in quei compagni (e ne sono tanti) che non hanno la possibilità di capire il linguaggio politichese ad uso e consu­mo dei Poltronisti.

Il mondo va avanti con un progresso che non modifica in senso buono le condizioni degli abitanti della Terra, ma aggrava sempre di più la differenza tra ricchi e poveri.

Voglio sperare che nel mondo cresca un grande movimento guidato da uomini capaci di cambiamenti radicali dove ogni uomo e ogni don­na possa sentirsi partecipe e protagonista.

Sognare non costa niente e per fortuna non si può proibire.

Ora voglio esternare alcune considerazioni che hanno segnato il mio comportamento.

Prima che mio padre morisse mi sono iscritto al P.C.I. e il mio impegno non é mai mancato.

Il segretario del PCI provinciale Nencini, "tosca­no", lanciò una campagna di reclutamento che mi vide impegnato; al termine della campagna di reclutamento si tenne una manifestazione al Teatro Comunale nel corso della quale venni premiato per il lavoro svolto dal compagno Ferrari che nella lotta partigiana era stato commissario Politico della seconda Brigata Iulia, il comandante era il de­mocristiano Zaulari, la brigata operava nel parmense.

Quando venne a Teramo il compagno Togliatti in una assemblea te­nutasi alla sala Lenin fui nominato responsabile del servizio d'ordine .

Quando venne a Teramo il compagno Di Vittorio, potei stringergli la mano nella riunione del direttivo provinciale di cui facevo parte.

Venne a Teramo una seconda volta.
Dopo il comizio percorse Via Capuani: gli andai incontro, mi riconobbe e ci stringemmo la mano con molta gioia, uno degli accompagnatori alla sede del PCI era Pasquale Limoncelli.

In un’altra occasione venne a Teramo la medaglia d'oro alla Resi­stenza, il Segretario Nazionale dell'ANPI Arrigo Boldrini.

In Piazza Martiri della Libertà era accompagnato dal presidente provinciale Giorgio Valente e Antonio Rodomonte, ma benché ci incontrassimo faccia a faccia finsero di non conoscermi.
Non capii perchè non meritassi un saluto, non ho mai chiesto nulla!

Anche quando sono venuti nel teramano segretari nazionali CGIL, nonostante facessi parte dei vari direttivi e della segreteria FILLEA fui considerato uno dei tanti partecipatiti ai comizi.

Io penso che se un compagno viene eletto nelle varie istanze deve avere la stima e la fiducia che merita in toto, altrimenti nei congressi non deve essere proposto per farne parte.

Quando sono stato impegnata ho dato quello che era nelle mie possi­bilità e con orgoglio posso affermare che ancora godo della stima di tutti i lavoratori che mi hanno conosciuto.

­Voglio ricordare che il principio in cui credo è la persona giusta al posto giusto, nell'interesse del movimento sindacale.

Purtroppo non serve la rappresentanza obbligata partítica, ma la volontà di crescere e far crescere il sindacato.


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Testimonianza di Mario Ambrosini
Tratto dalla Collana "Quaderni della memoria"
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martedì 24 aprile 2007

Mario Ambrosini: dall'antifascismo alle lotte sindacali. Brevi ricordi di un militante. (Parte 8°)

Negli anni cinquanta lavorai nell'officina metalmeccanica Antonio Di Teodoro e fui membro del direttivo provinciale C.G.I.L..

Negli anni 50' - '60 con il compagno Italo De Angelis organizzammo gli scioperi dei mezzadri nella Val Vibrata per l'applicazione del "lodo De Gasperi”.

Nel 1953 cambiai lavoro e diventai un edile, presi la tessera sindacale FILEA oggi FILLEA che mi ha accompagnato fino alla pensione.

Le ragioni che mi hanno spinto a raccontare la mia vita di militante non sono auto celebrative sono solo una testimonianza del lavoro svolto da uomini come me nell'interesse dei lavoratori per affermare la democra­zia contro ogni tentativo di affossamento della Costituzione.

Nei 60 anni di appartenenza al sindacato e' giusto ricordare alcuni episo­di e alcuni compagni che hanno contribuito a costruire un sindacato forte.
La lotta della Val Vomano fu vittoriosa perché si riaprirono i cantieri per il completamento dell'opera.
Si pose il problema di organizzare i lavoratori nei cantieri.

Segretario della categoria degli edili era il compagno Savino Savini indimenticabile per abnegazione e capacità, ex membro della commissione interna.

In quel periodo ero disoccupato.

Fui incaricato di celebrare il primo maggio a Cesacastina.
Allora non c'era la strada per raggiungere il paese; si doveva percorre­re sentieri di montagna.
Mi accompagnò l’allora segretario della Came­ra del Lavoro di Nereto Nello D'Innocenzo.

A Cesacastina mi aspetta­va il compagno Domenico Forti membro della commissione interna.

Alcuni giorni dopo fui incaricato di organizzare il sindacato nei cantie­ri di Bosco Martese in collaborazione con altri compagni.
lo ero favo­rito a raggiungere in poco tempo i vari i cantieri perchè ero un camminatore instancabile.
Mi incontrai con Arnaldo Di Giovanni.

Al cantiere Castellano ricordo il compagno Quaranta di Cusciano, al cantiere Tordino Domenico Di Carlantonio di Padula, il fratello lavorava come magazziniere nel cantiere di Cavate.

Poco tempo fa ho incontrato a Teramo Mario Di Paolo che lavorava come carpentiere nei cantieri di Bosco Martese: Mario non aveva dimenticato il mio lavoro di attivista sindacale.

Non ricordo la data, ma un giorno si svolsero le elezioni per i rappresentanti sindacali.


A competere erano CGIL e CISL.

Per la CGIL ero candidato come rappresentante in quattro dei sette cantieri (Cippo, Castellano, Tordino e Cavate) per la CISL il figlio di Angeletti allora segretario provinciale di quella organizzazione.

La vittoria alle elezioni della CGIL fu schiacciante.
Ho lavorato successivamente a Milano, Genova, Roma. ovunque partecipando all’at­tività sindacale.

Vale la pena di ricordare il contributo dato anche alla costituzione della Cassa Edile prodigandomi nell'opera di convinci­mento sulla sua utilità vincendo la resistenza dei datori di lavoro, l'in­credulità e la passività di molti lavoratori che non capivano quale importanza rivestiva per il movimento operaio. Anche se quella battaglia fu dura sono orgoglioso di aver contribuito alla costituzione della Cas­sa Edile.

Sono orgoglioso anche che molti di quegli operai scettici quando li ho incontrati di nuovo me ne hanno reso merito.

Dopo tanto peregrinare nei cantieri di tante città d'Italia tornai a Teramo e trovai lavoro nel cantiere autostradale a Casale S.Nicola frazione del Comune di Isola dei Gran Sasso.

Fui eletto membro del direttivo FILLEA e della segreteria Provincia­le, al congresso Regionale fui eletto componente del direttivo.
Ho fatto anche parte del direttivo provinciale CGIL.
Arrivato alla pensione al primo congresso SPI venni eletto responsa­bile della commissione verifica poteri del direttivo Provinciale.

Ora sono per mia scelta un semplice iscritto che mantiene sempre un rap­porto corretto e di stima con i compagni della CGIL.

Nel 1983 gli antifascisti teramani con alla testa Alfredo Zaccaria volle­ro nominarmi segretario provinciale dell’associazione A.N.P.P.I.A., gli altri componenti erano: Berardo Taddei, Alfredo Pompa, Mario Marcelli, Renato Tuzzolí, Giuseppe Di Ferdinando, Umberto Angelucci, Carlo Palucci, Arturo Martellacci, Giorgio Valente.

L'attività dell’A.N.P.P.I.A andò avanti regolarmente attraverso assemblee congressuali e iniziati­ve varie: il gemellaggio Teramo – Ivangrad, la commemorazione di Ercole Vincenzo Orsìni con la presenza di Clemente Maglietta.

La commemorazione di Romolo Di Giovannantonio e Berardo Di Antonio, con Riccardo Cerulli, Mario Mammuccari, Giulio Spallone componenti la segreteria nazionale dell’A.N.P.P.I.A. e la posa del Cippo commemorativo presso la villa Comunale di Teramo, con la partecipazione del Sindaco di Teramo Pietro D'Ignazio, dell'assesso­re alla cultura e allo sport Antonio Tancredi, Luciano Fratoni in rap­presentanza del Segretario generale della C.G.I.L. Pasquale Di Massimantonio e dei rappresentanti dei Partiti della Sinistra.


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Testimonianza di Mario Ambrosini
Tratto dalla Collana "Quaderni della memoria"
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lunedì 23 aprile 2007

Mario Ambrosini: dall'antifascismo alle lotte sindacali. Brevi ricordi di un militante. (Parte 7°)

L'entusiasmo per la fine del fascismo e della guerra facilitò la crescita del P.C.I.

I compagni per raggiungere le varie zone dove si esercitava l'opera di proselitismo e organizzazione usavano le gambe e le biciclet­te e le rare auto e moto possedute dai militanti; ricordo a proposito i compagni Francesco D'Alessio, Francesco Nori e il compagno Gigi D'Eugenio con il suo 500 Guzzi.

Nei vari quartieri si organizzarono le cellule.

Nella ex Federazione Fascista si insediarono: il Partito Comunista, il Partito Socialista e l'A.N.P.I.
Fu organizzata una biblioteca, con libri donati dai compagni Tommaso e Giovanni Ciunci e fu organizzato il circolo giovanile "Stella"
Il compagno Alessio Camardella tenne lezioni sul marxismo, sul plus valore, sulla cultura in genere.

In principio tutto funzionava a meraviglia.
Iniziò un periodo di scarsa partecipazione alle riunioni, mentre impe­rava la disoccupazione.
Si comprese che la cultura, la prospettiva del domani forniva la spe­ranza, ma per l'oggi?

Nel sindacato C.G.I.L. iniziò un periodo di difficoltà soprattutto nel settore dell’edilizia, con i1 conseguente ristagno dello sviluppo organizzativo anche nelle campagne.

Il Segretario della Camera del lavoro che sostituì Antonio Tosti, un certo Riccardo Riccardi, con­tribuì alla situazione di crisi attraverso la firma di accordi antioperai.

La società Terni concessionaria per lo sfruttamento delle acque nella nostra Regione, terminate le costruzioni delle centrali di S.Giacomo e Provvidenza, interruppe i lavori per la costruzione della terza centrale, chiudendo tutti i cantieri.
La società Terni licenziò 700 operai con un accordo beffa avallato dal segretario Riccardo Riccardi.
Venne richia­mato da Chieti il compagno Toni Di Paolantonio per assolvere alla fun­zione di segretario provinciale della C.G.I.L.

Anche nel P.C.I. avvenne un cambio direzionale, nuovo segretario provinciale diviene il toscano Nencini; responsabile dell'organizzazio­ne Raul Silvestri.
Si cercò di rimediare alla situazione di crisi lancian­do una campagna di reclutamento nel partito.

Si impegnarono tutti i compagni attivisti, fu anche lanciata una sottoscrizione e il ricavato permise l'acquisto di una Balilla.
La campagna di reclutamento ebbe un certo successo, ma mancava ancora un progetto politico per af­frontare la crisi economica del momento.

In quel tempo facevo parte della commissione di organizzazione del Partito e del direttivo provinciale.

In una riunione del direttivo vi fu uno scontro di posizioni.
Nella relazio­ne introduttiva il segretario Nencini sostenne che la campagna di reclu­tamento con un partito più forte avrebbe risolto i problemi esistenti.
Mentre altri compagni sostenevano che senza un progetto politico di rilancio della nostra Provincia non avremmo risolto nulla.
Lo scontro si concluse con l'espulsione del compagno Vincenzo Massignani e di Vincenzo Pultroni.

Con il ritorno di Tom a Teramo cominciò a cambiare la situazione sia nel Partito che nel sindacato.
Tom iniziò a riprendere contatto con tutti gli attivisti sia del partito che del sindacato.

Gli incontri avveniva­no in ogni luogo e si protraevano fino alle quattro del mattino.
Si iniziò in questo modo a preparare il terreno per la lotta del Vomano.

Intanto un certo Tranquilli lavorò con grandi sacrifici, ma con grande successo, all'organizzazione del sindacato dei mezzadri.

II progetto della Val Vomano che doveva rappresentare il riscatto della nostra pro­vincia e dell'Abruzzo intero cominciava a determinarsi.

Il completamento delle centrali idroelettriche avrebbe prodotto tanta energia capace di trasformare tutto l'Abruzzo.

Per coinvolgere tutte le categorie che operavano su tutto il territorio era necessario spiegare quali benefici si potevano ottenere con la vittoria del progetto Val Vomano.

Si riuscì a coinvolgere nella lotta tutta la gen­te, portando nelle più sperdute zone la parola del sindacato e del partito.

Quanti compagni comunisti e socialisti si impegnarono senza tregua per il progetto Val Vomano !
Molti di noi compagni non avevano la facilità nell'uso della parola ma ci aiutavamo con appunti sui fogli di carta.

Una delle armi che ebbe una grande risonanza furono gli scioperi a rovescio.

Punto focale del­la lotta fu Montorio al Vomano, con scontri con le forze dell'Ordine: come si può dimenticare il grande contributo dato dalle donne di Montorio al Vomano?

Intanto Vincenzo Massignani rientrò nel partito, e fu uno dei protagoni­sti di quelle lotte.
Vincenzo era proprietario di un motociclo “cardellino" della Guzzi.
Tom, che doveva recarsi a Montorio con urgenza, non avendo a disposizione altri mezzi, si fece accompagnare da Vincenzo, ma prima di arrivare a Montorio in una curva a gomito chiamata del "genera­le” caddero entrambi, per fortuna senza conseguenze.


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Testimonianza di Mario Ambrosini
Tratto dalla Collana "Quaderni della memoria"
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domenica 22 aprile 2007

Mario Ambrosini: dall'antifascismo alle lotte sindacali. Brevi ricordi di un militante. (Parte 6°)

Dopo alcuni mesi dalla Liberazione vengo chiamato dal comando Alleato che risiedeva nel Palazzo Cerulli, di fronte al Teatro Comuna­le.

Dopo le presentazioni di rito, un alto ufficiale dell'esercito alleato mi chiese, mostrandomi un pezzo di carta, se quella ricevuta con la mia firma era la stessa che avevo rilasciato al sig. Giovanni Lera.

Penso che l'affermazione dell'autenticità della mia firma su quel fo­glietto consentì il rimborso al sig. Lera, mentre a me fu rilasciato un attestato di Combattente della Libertà.

Voglio anche testimoniare che nonostante le difficoltà, per operazioni di guerriglia furono scelte zone che non comportavano coinvolgimento della popolazione civile.
Tengo a ricordare la mia adesione al movimento antifascista avvenu­ta all'età di 15 anni

Terminato il periodo della lotta partigiana nel 1944 richiesi tramite domanda, firmata da due garanti, l'iscrizione al P.C.I. al quale fui ammesso.
Nel 1945 mi iscrissi al sindacato­.

A Liberazione avvenuta, il Comitato Provinciale di Liberazione. come primo atto, elegge a Prefetto di Terarno il partigiano capitano Lorenzini.
Iniziò il riordino amministrativo in tutti i Comuni della nostra Provincia e si appaltarono i lavori per la ricostruzione in seguito ai danni provocati dai bombardamenti alleati e dalle truppe tedesche nel corso della ritirata.

Convocato il Congresso del P.C.I., Segretario Provinciale venne elet­to Nicola Crapsi tecnico impegnato nella costruzione della Centrale di S.Giacomo.
Iniziò così il lavoro di organizzazione del P.C.I., mentre nel sindacato si avviò il lavoro di proselitismo ce di organizzazione.
Segretario provinciale della Camera del Lavoro Provinciale era il compagno Antonio Tosti.

Fu costituita una commissione giovanile composta da: Michele Artese e Marisa Savocco rappresentanti del partito socialista.

Salvatore Tirabove rappresentante repubblicano.
Orlando Esposito e Mario Ambrosini per il partito comunista e un rappresentante dell'azione cattolica.

Orlando Esposito lavorò alla ricostruzione del ponte di Cartecchio e fu eletto rappresentante sindacale.
Per la costruzione organizzativa del sindacato vi fu la collaborazione dei vari partiti anche se col tempo la situazione cambiò.

Devo necessariamente esporre in quale contesto si operava per or­ganizzare i partiti e il sindacato.

L'assetto economico della nostra Provincia si basava sulla grande proprietà agraria.
Poche famiglie erano proprietarie dei migliori terre­ni ed erano molto ricche, mentre tredicimila famiglie di mezzadri era­no molto povere e penalizzate da un capitolato colonico beffa stipula­to dopo l’avvento del fascismo.

Vi erano anche circa 14mila coltivatori diretti comprensivi anche di piccoli proprietari non coltivatori diretti.
Il lavoro nei campi si svolgeva a mano e con 1'ausilio dei buoi.

A quel tempo era in uso nelle famiglie contadine avere il calzolaio, il sarto, il fabbro nel corso dell'anno; il pagamento avveniva quando era terminata la mietitura.
Da considerare che l'energia elettrica non era sufficiente.

Pensate che i capoluoghi comunali erano scarsamente illuminati.
La maggior parte degli abitanti aveva installato uno strumento detto limitatore il quale scattava se si accendevano in contemporanea due lampadine e si rimaneva al buio

In tutte le case abitate dai contadini dislocate nelle campagne l'illumina­zione avveniva usando l'acetilene a carburo o il lume a petrolio.

Non era sviluppata la rete idrica, molte famiglie avevano il pozzo artesiano.
Nelle città le categorie più rappresentate erano: i fabbri. i falegnami, i sarti, gli edili e gli impiegati che sognavano le 1000 lire al mese.

Nel periodo anteguerra la situazione economica era molto grave.
La sporca guerra poi aggravò ulteriormente la situazione economica per la mancanza di braccia conseguente alla chiamata alle armi.

Ho voluto descrivere questa situazione per tenerla in giusta considerazione.

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Testimonianza di Mario Ambrosini
Tratto dalla Collana "Quaderni della memoria"
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sabato 21 aprile 2007

Mario Ambrosini: dall'antifascismo alle lotte sindacali. Brevi ricordi di un militante. (Parte 5°)

Alcuni giorni prima della Pasqua del 1944 decisi di riprendere contat­to con Armando Ammazzalorso e, con Nicola Sclocchini, mi recai a Poggio Valle dove fummo ospiti della famiglia Tassoni.
Nel paese incontrammo Attilio Taraschi e Guido Pezza.
Dopo qual­che giorno avvenne l'incontro a Valle Piola e fu molto festoso.

Ar­mando Ammazzalorso era in compagnia della squadra di Garrano con i partigiani Vittorio Fanelli, Gino Battistelli, Scacchia e Fazzini, ospiti della famiglia di Velio Ferrante.
Concordammo che nella zona dove dovevo operare era troppo facile essere scoperti, bisognava attendere che il grano fosse alto.

Nel mese di maggio con mio padre in località Piano d'Accio, al di là del fiume Tordino, incontrai Felice Rodomonte.

Ci venne a contattare a Casemolino il colonnello Mazzei, anche egli facente parte della re­sistenza.
Presero contatto con me e mio padre sempre nel mese di maggio del 1944 un inglese e un americano dell'esercito alleato i quali ci informarono di un gruppo di partigiani, al comando di Pelagalli, attivo a Civitella del Tronto con cui avremmo potuto prendere contatto.

Intanto si pensò di fare qualche atto di sabotaggio.

Le truppe tedesche avevano messo nei vari incroci stradali dei cartelli indicatori per la percorrenza delle autocolonne: invertimmo i cartelli da un bivio ad un altro creando confusione e perdita di tempo alle autocolonne tedesche.

Nei primi giorni di giugno l'esercito tedesco iniziò la ritirata dal fronte.
A Castellalto un gruppo partigiano capeggiato da un individuo poco raccomandabile si comportò in modo da creare turbative atte a di­struggere documenti del Comune, imponendo, con atti intimidatori, al parroco Don Serafino De Berardinis colazioni e pranzi gratis.

I notabili del paese informati della nostra presenza, tramite Vittorio D'Andrea che aveva funzioni di applicato di segreteria nel Comune, ci fecero sapere che la nostra presenza sarebbe stata utile e necessaria.

lo e mio padre ci recammo a Castellalto e, resici conto della situazione, accettammo di assumerci la responsabilità di ristabilire l'ordine.

Così il gruppo che avrebbe dovuto operare nella guerra contro i nazifascisti fu impegnato nell'opera di polizia e prevenzione, impe­dendo ai soldati tedeschi e fascisti sbandati ogni atto inconsulto.
Riuscimmo a fronteggiare la precaria situazione.

Nell'ufficio comu­nale si doveva ricostruire l'anagrafe e tutti gli atti amministrativi.
Avem­mo la fortuna di avere in qualità di segretario comunale il sig. Lucci che con instancabile senso del dovere riuscì a ristabilire la normale attività del Comune.

L'altro problema era la mancanza di sale e l'aiuto agli sfollati.
Anche questi problemi furono risolti coinvolgendo le famiglie proprietarie che contribuirono con soldi e sacchi a far arrivare il sale da Santa Mar­gherita.

A distribuzione avvenuta furono restituiti soldi e sacchi.
Gli sfollali furono assistiti.
Furono istituite scuole.

Per assolvere ai compiti di polizia collaborarono: i fratelli Giovanni e Gennaro Nocella, Nicola Sclocchini, Serafino De Luca, Antonio Pallitti, Orazio Rotolone, Domenico Di Ferdinando, Emidio Filippini, Davide Recchiuti.

Il 17 agosto 1944 il Commissario Provinciale del governo Militare Alleato nominò Commissario Straordinario per l'amministrazione al Comune di Castellalto Gaetano Ambrosiani.

II 29 ottobre 1944 il Prefetto Giovanni Lorenzini comunicò a mio pa­dre la nomina a Sindaco della civica amministrazione di Castellalto.

Per quanto dichiarato sull'incontro avvenuto con Armando Ammazzalorso in località Valle Piola due giorni dopo la Pasqua del 1944, devo aggiungere che nel viaggio di ritorno alla mia base operativa non fu possibile usare il percorso precedentemente usato, per evitare incontri e scontri con pattuglie nazifasciste.

Questo comportò l'allungamento del percorso, una notte all’addiaccio nella neve, in compagnia dell'ululato del lupo.

Alle prime luci dell'alba riprendemmo il cammino, dopo aver percorso qualche chilometro trovammo le impronte dei lupi sulla neve.
Giunti a Pietra Stretta ci incamminammo per raggiungere il paesino di Piano Maggiore, li fummo ospi­tati dalla famiglia di Giovanni Lera.
Il mattino seguente prima di ripartire ci fu richiesta una ricevuta per attestare l'ospitalità ricevuta, che rilasciai.


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Testimonianza di Mario Ambrosini
Tratto dalla Collana "Quaderni della memoria"
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