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martedì 31 dicembre 2013

Pacot Video: la vita delle immagini

"Le riprese video non necessitano di molte parole; esse stesse sono parole del vissuto"

Ecco la storia di un teramano, ragioniere in una tranquilla azienda manifatturiera.
Rincorreva un sogno: regalare momenti indimenticabili.

Un mattino del 1992, abbandonò aridi registri, calcolatrice e penna e brandì una telecamera, fluttuando tra matrimoni, comunioni, compleanni, recite scolastiche.

Nasceva la “Pacot Video” , una delle prime ditte di post produzione in Abruzzo, capostipite nel teramano.

Un’autentica fabbrica dei ricordi con filmati sempre originali, capaci di raccontare in modo brioso la storia unica di ogni evento da immortalare.

Perché, ditemi, cos’è l’atto creativo, se non un qualcosa che solo in quel momento ci avvicina a Dio?
Un nanosecondo irripetibile in cui l’arte si fonde con la passione e la perizia.

Forse esageriamo parlando di video.
Ma, in effetti, nelle occasioni che meritano di essere ricordate nel tempo attraverso immagini, ciò che conta è riuscire a beccare il momento che farà emozionare lo spettatore.

Nel tempo la storia si è arricchita di video istituzionali per enti, pubblicitari per aziende, docu- film storici sulla Resistenza teramana con un “riconoscimento alla carriera” nel Premio Internazionale Fotografia Cinematografica “Gianni Di Venanzo”.

Ancora, video sociali, culturali, filmati su convegni e manifestazioni di grande livello, collaborazioni con la tv locale Rete 8 e con il Parco Gran Sasso Monti della Laga.

Poi, nel dicembre 2009, la Pacot Video sale agli onori della cronaca nazionale per la realizzazione di uno scoop giornalistico conosciuto come "Il Fuori onda di Giancarlo Fini" con il magistrato Trifuoggi, che mise a rischio la tenuta del governo e che fece conoscere cosa veramente pensava il Presidente della Camera dell’allora capo del Governo Berlusconi.

Nel frattempo si è specializzata in lavori internet, diventando gestore e webmaster di siti e blog.

Noi ospitiamo Vincenzo soprattutto per la passione dimostrata al territorio, regalando video su borghi d’arte teramani, tra i quali Campli, Atri, Canzano, Castellalto, luoghi magici come Pietracamela e il Gran Sasso e la città di Teramo.



Articolo redatto da Sergio Scacchia, autore tra l'altro di tre libri:
"Silenzi di Pietra" e "Il mio Ararat" e "Abruzzo nel cuore".

L'articolo è stato pubblicato su N°2 blog
(blog della Città di Teramo - blog di Pensieri Teramani)
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sabato 7 dicembre 2013

Premio Borsellino 2013 a Franco Roberti, Procuratore Nazionale Antimafia


Franco Roberti, Procuratore nazionale antimafia, napoletano, in magistratura dal 1975, è una delle toghe più apprezzate in Italia.
Una vita trascorsa a combattere le cosche camorristiche e la criminalità economica e politica attraverso il lavoro duro negli scomodi Palazzi di Giustizia.
Con uno straordinario sacrificio personale, pagando un prezzo altissimo per il suo impegno in difesa e per la promozione dei valori della legalità.

Il suo è anche il nostro concetto di legalità.
Una legalità vera, quella che sta dentro il nome di Paolo Borsellino: non il vuoto legalismo dei benpensanti, il securitarismo che aggredisce i lavavetri, ma è connivente con l’illegalità diffusa della politica, chiude gli occhi davanti alle truffe dei potenti e rimane silente e dunque complice davanti ai furti di Stato.

Per aver resistito alle giuste e umane paure e, con la tenacia sua e dei suoi collaboratori, contribuito ogni giorno concretamente alla costruzione di una società più giusta necessariamente fondata sulla legalità e sulla fiducia nelle istituzioni, ispirandosi agli stessi principi e agli stessi valori che hanno animato la vita di Paolo Borsellino, a Franco Roberti il Premio Nazionale Paolo Borsellino 2013.

Premio Borsellino 2013 per la legalità a Padre Maurizio Patriciello, Parroco di Caivano (NA)


Padre Maurizio Patriciello, Parroco di Caivano (NA) lavora con coraggio nella terra dei fuochi, nei territori in cui la giustizia è pesantemente minacciata dalla camorra.
Come don Giuseppe Diana la sua è una vita spesa per la giustizia nella convinzione che gli strumenti della denuncia e dell'annuncio si concretizzino nella capacità di produrre nuova coscienza nel segno della giustizia, della solidarietà, dei valori etici e civili.

Don Maurizio è un parroco che interpreta il messaggio di Cristo ponendo prioritariamente nel suo impegno la mobilitazione della chiesa al centro del suo impegno contro la camorra e contro le organizzazioni criminali.
Con il suo impegno concreto nella società, con la forza delle idee per portare sempre avanti in suo impegno di giustizia, a qualsiasi costo, per costruire un futuro migliore.
Per tutti.

I suoi successi operativi ed il suo impegno danno concretezza alle speranze di legalità, di sviluppo e di convivenza degli uomini onesti che guardano alle istituzioni con fiducia.
A Padre Maurizio Patriciello il Premio Borsellino 2013 per la legalità.

Premio Borsellino 2013 per la legalità a Ciro Corona, Associazione (R)Esistenza di Scampia


Ciro Corona, presidente della associazione Resistenza e Esistenza di Scampia ascoltando il bisogno della sua collettività che chiede sicurezza, diritti e sente il bisogno di una società fondata sui più alti valori a partire dalla giustizia, svolge da tempo un importante ruolo di promozione, prevenzione, sensibilizzazione della realtà napoletana e in modo particolare dei giovani.

Questo riconoscimento va a sottolineare l'instancabile attività di un rappresentante dell’associazionismo che resiste alla camorra, che da tempo e senza posa porta avanti un grande lavoro per l'affermazione della legalità.

Per il grande impegno profuso nella promozione dei valori della legalità.
Per aver resistito alla prepotenza della camorra che crede di poter travolgere tutto e tutti pur avendo conosciuto la crudeltà della violenza mafiosa sempre su postazioni di prima linea pur consapevole dei grandi rischi.

A Ciro Corona il Premio Borsellino 2013 per la legalità.

Premio Borsellino 2013 per la cultura a Salvo Palazzolo, Giornalista de “La Repubblica” e scrittore

"Io non cerco vendetta, voglio sapere perché è morto il mio Paolo. Non importa quanto ci vorrà, fosse anche un'eternità. Io, di certo, non vivrò abbastanza per conoscere la verità. Non importa. E' importante, invece, che i cittadini italiani sappiano la verità. Tutti dovrebbero pretenderla a gran voce".

Salvo Palazzolo vince il Premio Borsellino, lui che è una punta di diamante del giornalismo antimafia, per il libro bello, toccante e commovente "Ti racconterò tutte le storie che potrò", che ha scritto con Agnese Piraino Borsellino, vedova di Paolo Borsellino.
Un libro in cui Agnese ripercorre i momenti di tenerezza accanto al marito Paolo, ucciso nella strage di via d’Amelio, ma anche i momenti del dolore.

Un libro che testimonia ancora una volta che, per capire e combattere il fenomeno della criminalità organizzata, occorre anzitutto rendere conscia la sensibilità collettiva del suo radicamento, della moltitudine delle forme con le quali si manifesta e si insinua nelle realtà locali, grazie alle quali riesce ad assumere la portata nazionale.

A Salvo Palazzolo e alla memoria di Agnese Piraino Borsellino, per una nazione più giusta, più libera, più civile, più bella, il Premio Borsellino 2013 per la cultura.

Premio Borsellino 2013 per la cultura a Giulio Cavalli, Attore


Giulio Cavalli, con il suo teatro di inchiesta scuote le coscienze.
Di certo scuote gli animi in certi ambienti criminali, tanto che dopo la rappresentazione di “Do ut Des”, spettacolo teatrale su riti e conviti mafiosi, vive sotto scorta.

Il premio ad un attore e regista, giullare e artista dello sberleffo perché come dimostra Giulio Cavalli la mafia si colpisce e si batte in mille modi.

Riceve il premio per il suo impegno nel campo artistico e culturale che è stato già stato assegnato tra li altri a Giorgio Gaber, Enzo Iannacci, Fabrizio De Andrè, Dario Fo, Franca Rame, Francesca Comencini, Marco Bellocchio, Mario Monicelli, Moni Ovadia, Ascanio Celestini, Giorgio Tirabassi, Angelo Branduardi.

Oggi a Giulio Cavalli e idealmente a quanti hanno il merito di mettere in comunicazione il genio, l’inventiva umana, con il necessario sguardo sul mondo, che spesso invece rimane, per gli artisti come per i politici, una distratta incombenza.
A Giulio Cavalli il Premio Borsellino 2013 per la cultura.

Premio Borsellino 2013 per il giornalismo a Giovanni Tìzian, Giornalista de “L’Espresso”


Giovanni Tizian, giornalista e autore dei libri inchiesta “Gotika” e “La nostra guerra non è mai finita“.
Ha solo trent'anni e a sette anni la ‘ndrangheta gli ha ucciso il padre Peppe.
Oggi è sotto scorta per quello che scrive.

Giovanni Tizian, giornalista calabrese trapiantato a Modena scrive sull'Espresso e parla di mafie al nord.
Come il nostro amico Giuseppe D’Avanzo, come lui giornalista de la Repubblica, che vogliamo ricordare premiandolo, crede che una informazione non asservita, una informazione di leale servizio alla collettività sia nell'etica del giornalismo, e prima ancora del giornalista.

Crede nell'importanza di una analisi puntuale, approfondita sulle mafie, la corruzione, le tante forme d’illegalità, sapendo bene che non dovrebbe esserci bisogno di mettere accanto alla parola “informazione” l’aggettivo “libera”.

Per i suoi libri e i suoi articoli di denuncia da cui traspare uno straordinario impegno civile, un desiderio di giustizia sociale che si traduce in una coraggiosa e continua sfida al degrado sociale, a Giovanni Tizian, il Premio Borsellino 2013 per il giornalismo.

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Premio Borsellino 2013 per il giornalismo a Sandra Rizza e Giuseppe Lo Bianco, giornalisti de “Il Fatto Quotidiano”


Sandra Rizza è giornalista, scrittrice di numerosi libri che rendono un tributo ad un genere oggi fuori moda, quello dell’inchiesta che interroga senza reverenze i risvolti nascosti della realtà e i suoi protagonisti, spesso rischiando molto.

Non accetta le parole troppo spesso imbrigliate, le penne opportunamente spuntate, le cronache monche o pilotate, rendendo davvero il giornalismo un servizio per la collettività.

La sua è una penna appassionata come è la vita di tutte le persone che s’impegnano per la giustizia.
Perché l’informazione o è libera o, semplicemente, non è informazione: è propaganda, demagogia.

Per il significativo contributo sui temi della legalità e della verità, per la sua passione e l’alto impegno professionale e civile.
Per aver dimostrato che è possibile un'informazione libera, critica e costruttiva.
In generale per la tenacia, la grinta, il rigore con cui prosegue le sue diverse strada, a Sandra Rizza il Premio Borsellino 2013 per il giornalismo.



Giuseppe Lo Bianco, giornalista la cui autorevolezza, unita all'impegno, ne fanno un modello positivo.
Giornalista che con i suoi articoli ha dimostrato di credere fino in fondo nella funzione sociale e civile di chi racconta e ragiona sui fatti.

Uno scrittore che con i suoi libri ci ha detto che solo una comunità consapevole, capace di raccontarsi con onestà, crea una democrazia sana, una democrazia viva.

Da giornalista vero - anche subendo per questo perquisizioni e intimidazioni - lui sa e denuncia che mai come in questi anni l’informazione corre il rischio di essere soffocata o asservita.

Lo Bianco ha una grande capacità, ormai rara nel panorama giornalistico italiano, quella di riannodare con perizia e pazienza la storia degli uomini, partendo dal particolare per raggiungere l’apice di alcune delle storie più controverse degli ultimi 20 anni: la trattativa infinita tra Stato e Mafia.

Lo Bianco è un giornalista senza paura, uno che fa i nomi, non si nasconde, nell'incedere del racconto crea curiosità nel lettore, l'invita a non credere alle verità di comodo dettate da media compiacenti, ma di entrare nel merito e nella profondità delle cose.

Nei libri “Il Gioco Grande”, “L’Agenda Rossa”, “Profondo Nero”, “L'Agenda Nera” ci ha regalato tante inchieste vere, di un militante che regala al giornalismo velinista una lezione di mestiere e onestà.

a Giuseppe Lo Bianco il Premio Borsellino 2013 per il giornalismo.

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Premio Borsellino 2013 per l’impegno civile a Luigi Cuomo, della Nuova Quarto Calcio


Coordinatore regionale per la Campania della “Rete per la legalità” e animatore degli sportelli antiracket e antiusura nelle zone a più alta concentrazione camorristica, Luigi Cuomo è anche l’uomo che, coinvolgendo già 900 soci, ha raccolto la sfida della Nuova Quarto Calcio per sostenere il progetto sportivo e sociale legato alla squadra flegrea.

Un’esperienza importante da difendere e da sviluppare perché intorno ad essa si ritrovano i principi fondamentali di civiltà, di legalità e di riscatto dopo anni di vassallaggio camorristico.

Luigi Cuomo racconta lo sport sottolineandone i valori positivi.
Ma è un uomo che ha saputo andare oltre l’ambito sportivo precisando con la sua testimonianza e la sua vita che fra legalità e illegalità non esiste il pareggio.
O si sta da una parte o dall’altra.

Per il suo impegno sociale nel divulgare i valori positivi dello sport; per il suo impegno civile e per la sua opera negli incontri, finalizzata a porre le basi di una cultura anticamorra che coinvolga tutti, partendo dai più giovani, nel nome di grandi valori come legalità, responsabilità individuale e senso del dovere, a Luigi Cuomo il Premio Borsellino 2013 per l’impegno civile.

Premio Borsellino 2013 per l’impegno civile a Salvatore Càlleri, della Fondazione Antonino Caponnetto


Salvatore Calleri, Presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, dal 1992 al 2002 è stato il collaboratore più stretto di Antonino Caponnetto.
Una scelta di vita spesa per la legalità interpretando in senso compiuto il magisterium, in un momento storico di profondo scollamento della società in cui diventa ancora più importante riscoprire il senso profondo di termini come “educazione alla legalità”.

Ci piace dire che Calleri è un uomo che organizza il coraggio.
Come dice nei suoi numerosi incontri nelle scuole "Quando istituzioni e società civile si assumono le proprie responsabilità lo Stato vince".

Pensando a lui ci piace ricordare una frase del giudice Livatino «Alla fine della vita non ci sarà chiesto se siamo stati credenti ma se siamo stati credibili».

In ricordo di Antonino Caponnetto e per l’impegno profuso da Càlleri per una Italia migliore,a Salvatore Calleri il Premio Borsellino 2013 per la legalità e l’impegno civile.